Impercettibili urla squarciano il silenzio della notte senza
vento. Si staccano lentamente i petali di rosa senza nessun rumore, mentre la
trasparenza di un cristallo di ghiaccio inganna i sensi. Incastonato in esso
l’amore appare come un prisma colorato senza spigoli, evanescente e prigioniero
del cristallo, non sa che soffocato in quel silenzio comunque non morirà mai.
Ho sferzato colpi sulla parete senza scalfire il ghiaccio che si
stà sciogliendo, pensando che al di là di esso vi fosse la vita e qui la
prigione.
Ora so che la prigione è là fuori e la vita, la libertà e
l’amore sono qui dove il ghiaccio riesce a scaldare un cuore stanco, debole e
devastato dal dolore.
Somiglia tanto alle lucine di natale questa altalena che non si
fermerà mai più e ondeggerà insieme all’impeto dell’anima che è rimasta con le
manine fisse su quelle catene arrugginite, all’alba di un mattino d’estate.
Il ghiaccio continuerà a trasformarsi in acqua e l’acqua sarà
per sempre fonte di vita. Ma la vita, non avrà mai la libertà di esistere fuori
dalla prigione, senza l’amore.
L’inerpicarsi dell’edera su una parete rocciosa ripida e
difficile da sovrastare, contrasta con l’apparente semplicità delle radici del
bambù nell’acqua che non smettono mai di nutrirsi di essa.
Chissà se tornerà mai questa mia voglia di abbracciarti…
Il sorriso di una bimba mai nata, appoggiata dietro a quel
cristallo da cui non può staccarsi, risveglia la consapevolezza che un sottile
strato può separare per sempre le anime.
Gli occhi di quella stessa bimba possono raggiungere il mondo
intero e con la loro immensa semplicità, possono esprimere senza rimproverare,
il loro triste pensiero lontano nei tempi di scuola, dove una mamma seduta al
banco, tenta di alzare la mano per chiedere aiuto senza che nessuno se ne
accorga.
E non bastano i canti di natale o l’attesa su una vecchia
panchina o salvare una vita o fuggire lontano o aiutare un pettirosso
infreddolito caduto dal nido. Tutto questo non basta per colmare quel vuoto e
riempire quello spazio che mi separa dalla vita, quello spazio impercettibile
ma crudele che mi confina dietro quel cristallo, in quella prigione da cui non
uscirò mai più.
Nadia
Monari